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II commento alle "Lettere e Rime" che Chiara Matraini, ottantaduenne, pubblicò a Venezia (Moretti, 1597) intende fornire un'analisi della composizione, del rapporto tra i generi, delle modalità dell'imitatio e del sostrato filosofico, sociale e culturale che fanno da sfondo all'ultimo canzoniere. Lo studio prende in esame anche le revisioni occorse nell'arco di un quarantennio (1555-1597), dall'adesione al canone petrarchista e bembiano, al Manierismo di fine secolo, nonché la torsione in senso controriformistico caratterizzante la parallela scrivania filosofico-devozionale e qui ravvisabile in filigrana. L'indagine considera inoltre il 'liber' di "Lettere e Rime" come un insieme volutamente organico e strutturato nel raccordo tra le due parti. Ad emergere è un'opera complessa, anche in virtù della sua 'marginalità', restituita insieme ai molteplici ripensamenti che animarono la lunga esistenza dell'autrice lucchese.